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La Lavagna |
Perché Kaka’ è meglio di Rui Costa – di Enrico GiammarcoInesorabile, inevitabile: il cambio di gerarchie per il ruolo di play alto nel centrocampo a rombo del Milan potrebbe verificarsi prima del previsto, perché il giovane talento Kaka’ sta bruciando le tappe, mentre il veterano portoghese Rui Costa non riesce a dare una sterzata alla sua carriera meneghina che, all’alba della terza stagione, fatica a non essere definita “mediocre”, nonostante le coppe vinte. Il
motivo è facilmente rintracciabile nelle caratteristiche intrinseche
del trequartista lusitano, un “10” classico, che riesce ad
esprimersi al meglio come trequartista in un 3-4-1-2; il play alto è
qualcosa di diverso, è un ruolo che va interpretato anche con
dinamismo, velocità, per non rischiare di allungare la squadra. Rui
Costa non è un giocatore esplosivo, così come non lo è Totti, che
infatti nella Roma viene supportato da Cassano, in un 4-3-2-1 che
garantisce squadra corta e buon palleggio nella mediana. Oltre
alle difficoltà di adattabilità, Rui Costa non ha fornito il giusto
apporto realizzativo, segnando una sola rete in due stagioni: troppo
poco, specie se confrontato con il numero di reti di Nedved (giocatore
ideale per il play alto, grazie alle innate doti di guastatore). Kaka’
ha invece le caratteristiche per giocare nel 4-3-1-2: ad un tocco
brasiliano unisce un atletismo europeo, può essere devastante in
percussione e risulta velocissimo palla al piede. Non dimentichiamo che
le sue origini tattiche dimorano nel ruolo d’interno destro in un
3-5-2, che gli richiedeva grande facilità di corsa e diligenza tattica:
il futuro è suo.
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